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Altro che bavaglio, qui ammazzano il web!

Creato il 28 giugno 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog
Altro che bavaglio, qui ammazzano il web!
"Una minaccia per la libertà d’espressione in rete. Un sistema di cancellazione per i siti sospettati di violare il diritto d’autore". Si tratta della delibera dell’Agcom 668/2010, che sarà approvata il prossimo 6 luglio. Un provvedimento che rischia di consegnare all’Italia un primato negativo: essere il primo Paese al mondo in cui un’autorità amministrativa può ordinare, dopo un procedimento sommario, la cancellazione di un contenuto multimediale dallo spazio pubblico telematico. E le denunce si susseguoni, a cominciare da quella dei promotori dell’iniziativa Sitononraggiungibile.it, attivisti e associazioni riuniti per dire NO ALLA CENSURA SU INTERNET!
In base al regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nel caso in cui dovesse essere riscontrata una violazione del copyright, il gestore del sito sotto osservazione avrebbe 48 ore di tempo per rimuovere il contenuto. Siti pubblici, portali, blog o pagine private senza alcuna distinzione. Per tutti l’Agcom potrebbe disporre, dopo un contraddittorio tra le parti da svolgersi nell’arco di cinque giorni, la cancellazione dei contenuti. I siti potrebbero pertanto essere resi non raggiungibili tramite un sistema di cancellazione e inibizione degli indirizzi anche se solo "sospettati" di violare il diritto d'autore.
Molti esperti ritengono che "sarà il far west", con migliaia di richieste di rimozione assurde ed infondate che provocheranno la rimozione o chiusura anche di siti web con contenuti innocenti. Ed è facile ritenere che il sistema di potere si lascerà andare ad abusi e a censure indiscriminate. Per fermare la delibera dell’Agcom è partita l’iniziativa No Censura, una raccolta di firme e adesioni per evitare che l’Italia si renda sempre più somigliante a quei regimi levantini dove la parola democrazia non esiste nemmeno sul vocabolario. Un'altra petizione è invece disponibile su Avaaz.org. Insomma, la delibera 668/2010 dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è una mina da disinnescare al più presto, perché mette a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di siti.
Proprio oggi, a Roma, era previsto un primo momento di riflessione fra i protagonisti della Rete per imprimere una svolta decisiva alla mobilitazione. In precedenza l'avvocato Fulvio Sarzana, autore del Libro bianco su diritti d'autore e diritti fondamentali nella rete internet, aveva promosso una richiesta di moratoria assieme alle associazioni Adiconsum, Agorà digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, in quanto l'intera procedura dell'Agcom si è svolta senza alcuna forma di consultazione o interazione con l'Autorità giudiziaria.

E questo è un punto cruciale dell'intera vicenda. La delibera, infatti, sarebbe palesemente anticostituzionale e violerebbe i principi di riparto dei poteri, perché l'Agcom interviene in un settore riservato da un lato al parlamento, laddove introduce nuove forme di repressione delle violazioni del diritto d'autore, e dall'altro appunto all'ambito giudiziario. Dunque spetterebbe al giudice, e non all'Authority, decidere se e come un soggetto possa essere chiamato a rispondere per la violazione del copyright.
Se poi si pensa che l'Agcom è una struttura nominata dal parlamento, e quindi espressione diretta della politica, l'impressione è che questa presunta esigenza di proteggere il diritto d'autore sia solo uno strumento per consentire alla politica stessa di censurare contenuti scomodi. Anzi, per consentirlo a questo governo più che alla politica in generale, dato che la delibera è una sorta di segmento del controverso decreto firmato dal ministro Romani.
Oltre all'immagine del nostro Paese, ulteriormente compromessa sulla scena internazionale, chi pagherà le maggiori conseguenze di questa iniziativa sono i cittadini che non potranno più accedere alle risorse estere disponibili sulla Rete. L'obiettivo è evidentemente quello di chiudere alcuni siti non graditi, ma la chiara conseguenza è che si sta isolando l'Italia dal resto del mondo evoluto e libero. Per questo è necessario che la Rete stessa reagisca, dando a questa battaglia civile lo stesso risalto dell'opposizione al cosiddetto "decreto bavaglio" sulle intercettazioni. Perchè la stampa è più in grado di tutelare i propri diritti e interessi facendosi lobby, mentre il popolo del web non ha altrettanta forza d'urto e le necessarie risorse finanziarie.
Link utili:
Petizione di SitononraggiungibilePetizione di AvaazIniziativa di Agorà digitale
La delibera sotto accusa di Agcom
Il libro bianco sui diritti d'autore dell'Avv. Fulvio Sarzana

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COMMENTI (1)

Da Dilling
Inviato il 28 giugno a 21:05
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